L'Eneide, sommo poema epico della cultura latina scritto dal poeta e filosofo Virgilio nel I secolo a.C., narra la leggendaria storia di Enea, un principe troiano fuggito dopo la caduta della città.
Enea viaggiò fino all'Italia, diventando il progenitore del popolo romano…
Eleonora |
PUBLIO VIRGILIO MARONE
Per Virgilio narrare la storia di Enea significava trovare le origini di Roma. La leggenda dell'eroe troiano aveva conquistato Augusto che diceva di discendere da Iulo il figlio di Enea
Publio Virgilio Marone nasce nel 70 a.C. vicino Mantova e precisamente nel villaggio di Andes. Va a scuola prima a Cremona e a Milano, e poi a Roma, ma la maggior parte della sua vita adulta la trascorre a Napoli.
Compone la prima raccolta di poesie, le Bucoliche, tra i 28 e i 31 anni di età. Quest’opera lo rende subito famoso, e Virgilio entra nel circolo di Mecenate, il gruppo di poeti e intellettuali vicino al nuovo signore di Roma, Ottaviano Augusto. La sua seconda opera, le Georgiche, lo tiene occupato per una decina d’anni: sarà pubblicata intorno al 29 a.C., quando il poeta ha poco più di quarant’anni. Da allora in poi, Virgilio si dedica alla sua opera più impegnativa, l’Eneide.
Prima di morire, Virgilio raccomanda ai suoi compagni di studio Plozio Tucca e Vario Rufo di distruggere l’Eneide, perché non ha fatto in tempo a rivederla. Ma i due consegnano i manoscritti all’imperatore Augusto e in breve
diviene il poema nazionale romano.
Rebecca (IVB) |
L’Eneide è divisa in dodici libri: i primi sei raccontano la storia della caduta di Troia e del viaggio di Enea da Troia fino alla foce del Tevere; gli ultimi sei raccontano la guerra nel Lazio tra Enea e la federazione di popoli italici guidati da Turno, un altro pretendente alla mano di Lavinia.
L' avventuroso viaggio di Enea
tra mito e storia
Giorgia |
LIBRO I
Una tempesta causata da Giunone, irata contro i Troiani, fa approdare Enea lungo le coste presso Cartagine.
Con l’aiuto della madre Venere, Enea viene bene accolto dalla regina Didone, alla quale racconta la fine di Troia.
Emmanuela |
Per sempre me ne andrò per questi lidi,
tra la sabbia e la schiuma del mare.
L'alta marea cancellerà le mie impronte,
e il vento disperderà la schiuma.
Ma il mare e la spiaggia
dureranno in eterno.
KAHLIL GIBRAN
SUNT LACRIMAE RERUM
“Vi sono lacrime per le sventure”
Enea pronuncia questa frase (1463) quando, arrivato alla reggia di Didone, vede dipinti sul tempio che Didone stava facendo innalzare, scene dei combattimenti svoltisi a Troia, segno che la fama della guerra era giunta lontana, fino a quelle terre. La loro rappresentazione era segno della comprensione per le sventure altrui e di partecipazione al dolore.
Questa espressione viene oggi usata ad indicare sensibilità alle sofferenze che derivano dalle sventure.
LIBRO II
Racconto di Enea: durante la distruzione
della città, Enea riesce a scappare con il padre Anchise e il figlio Ascanio.
La moglie
Creusa muore durante la fuga.
Giacomo
La moglie Creusa muore durante la fuga.
Enea, Anchise e Ascanio
Autore: Gian Lorenzo Bernini
Data: 1618- 1619
Materiale: Marmo
Dimensioni: 220cm
Ubicazione: Galleria Borghese, Roma
Quest’ opera, scolpita da Gian Lorenzo Bernini all’ età di 22 anni, in collaborazione con il padre Pietro, rappresenta la “pietas”, virtù fondamentale per i Romani: Enea fugge da Troia in fiamme portando sulle spalle il vecchio padre Anchise e tenendo per mano il figlioletto Ascanio.
Bernini segue alla lettera il testo virgiliano, dove Anchise siede su una sola spalla di Enea.
Si tratta di una statua “a torre”: nella parte più alta Anchise porta in mano una statuetta dei Penati (gli dei e protettori della casa e della famiglia), al centro si trova Enea, la cui discendenza fonderà Roma, più in basso il piccolo Ascanio che tiene in mano una torcia che allude sia al focolare domestico che all’ incendio di Troia.
Possiamo notare l’ eccezionale abilità di Bernini nel lavorare e nel rendere la consistenza dei materiali: la pelle del vecchio Anchise è molle e flaccida, i muscoli del giovane Enea sono forti e vigorosi, la carne del bambino Ascanio è tenera e compatta.
Tale opera rappresenta la “pietas” una delle virtù romane. “Pietà”, più che pietà religiosa; rispetto per il naturale ordine sociale, inteso sia in senso politico che religioso.Include l’ ideale di patriottismo e devozione per gli altri.
Tali virtù romane rappresentano le qualità della vita verso le quali ogni cittadino(ed idealmente qualsiasi individuo) dovrebbe aspirare. Esse costituiscono il cuore della Via Romana, e costituiscono quelle qualità che diedero alla repubblica romana la forza morale di conquistare e civilizzare il mondo.
Queste oggi sono le basi contro le quali dobbiamo misurare il nostro carattere e il nostro comportamento, e dobbiamo lottare per capirle meglio e praticarle nella nostra vita di tutti i giorni.
Samuel |
“Ed io che mai non avevo tremato
né fra i membri di dardi,
ora di un soffio di vento , un suono ho paura :
penso che ho lì mio figlio, mio padre con me”.
LIBRO III
Racconto di Enea: partito da
Troia , Enea si rende conto che una nuova patria lo attende in Occidente.
Alessandro |
Con il libro II dell’Eneide – la fine di Troia – muore l’eroe omerico e nasce quello virgiliano.
Enea diventa il pius Aeneas e destinatari della sua pietas saranno gli dei, sia quelli tradizionalmente nemici, sia quelli tradizionalmente amici che impongono ad Enea di fuggire verso un destino nebuloso ma migliore; la famiglia, che ha il volto del padre Anchise e del figlio Ascanio; la patria, rappresentata dal popolo disperato e straordinariamente numeroso che implora tacitamente l’aiuto di Enea nella chiusa del libro.
L’uomo e il mare
Sempre il mare, uomo libero, amerai!
perché il mare è il tuo specchio;
tu contempli nell'infinito svolgersi dell'onda
l'anima tua, e un abisso è il tuo spirito
non meno amaro. Godi nel tuffarti
in seno alla tua immagine; l'abbracci
con gli occhi e con le braccia, e a volte il cuore
si distrae dal tuo suono al suon di questo
selvaggio ed indomabile lamento.
Discreti e tenebrosi ambedue siete:
uomo, nessuno ha mai sondato il fondo
dei tuoi abissi; nessuno ha conosciuto,
mare, le tue più intime ricchezze,
tanto gelosi siete d'ogni vostro
segreto. Ma da secoli infiniti
senza rimorso né pietà lottate
fra voi, talmente grande è il vostro amore
per la strage e la morte, o lottatori
eterni, o implacabili fratelli!
Charles Boudelaire
Nella poesia “L’homme et
la mer” Boudelaire compara il mare all’
animo umano.
L’ immensità della
distesa marina, la mutevolezza delle sue onde, diventano immagini simboliche
che corrispondono ai diversi aspetti e al mistero dell’ animo umano.
LIBRO IV
Dopo la partenza di Enea da Cartagine Didone si
toglie la vita, profetizzando l’ eterno odio tra Cartagine e i discendenti dei Troiani.
Arrivederci fratello mare
Ed ecco ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci fratello mare
mi porto un po’della tua ghiaia
un po’del tuo sale azzurro
un po’ della tua infinità
e un pochino della tua luce
e della tua infelicità.
Ci hai saputo dir molte cose
sul tuo destino di mare
eccoci con un po’ più di speranza
eccoci con un po’ più di saggezza
e ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci fratello mare.
NAZIM HIKMET
Valentino |
DELENDA CARTAGHO EST
Cartagine deve
essere distrutta
Numerosi scrittori antichi citano
queste parole ponendole in bocca a Catone, ricordando che egli concludeva tutti
i suoi discorsi in senato, qualunque fosse l’argomento della discussione, con
questa frase.
Voleva, infatti, dopo la seconda
guerra punica, vedendo che Cartagine era rifiorita, ricordare che la città
africana rimaneva per Roma un pericolo e che per questo andava distrutta.
Oggi la frase viene usata a
sottolineare la tenacia, quasi la caparbietà, di fronte ad una azione che si
riteneva vada compiuta perché di prioritaria importanza.
Beatrice |
La dolorosa storia di Didone è
probabilmente la più sofferta e straordinaria
di tutta la lettura classica.
La figura della regina cartaginese ha suscitato in molti artisti, riflessione e composizione.
Didone è senza dubbio il personaggio femminile più originale e psicologicamente elevato che la letteratura latina abbia creato.
Alla regina, infatti, l’immensa arte di Virgilio riesce ad attribuire sia tratti eroici propri della sua dignità reale, sia i sentimenti più dell’animo umano, come l’ amore, la dolcezza, il rimpianto.
La figura della regina cartaginese ha suscitato in molti artisti, riflessione e composizione.
Didone è senza dubbio il personaggio femminile più originale e psicologicamente elevato che la letteratura latina abbia creato.
Alla regina, infatti, l’immensa arte di Virgilio riesce ad attribuire sia tratti eroici propri della sua dignità reale, sia i sentimenti più dell’animo umano, come l’ amore, la dolcezza, il rimpianto.
LIBRO V
Francesco M.I Troiani giungono in Sicilia dove svolgono giochi in onore di Anchise. |
La Sicilia nelle rotte
dei migranti del Mediterraneo.
PORTO M
Il
1 febbraio 2014 a
Lampedusa è stato inaugurato “ Porto M ”, uno spazio di memoria delle
migrazioni.
M
come : Mediterraneo , mutamenti ,
migrazioni , militarizzazione , movimenti ,
mare , memoria e ancora altro. Lo spazio nasce dopo percorsi di anni e
dall’ esigenza di creare un luogo di memoria, condivisione e confronto sulle
questioni legate alle migrazioni e al ruolo della Sicilia e di Lampedusa nel
Mediterraneo . La poetica dell’ esposizione degli oggetti è quella della
memoria epica, in continuo divenire. Come spiegano gli organizzatori nello spazio di Porto M si e’ voluto dare agli
oggetti un luogo in cui possono, con la
loro stessa presenza, testimoniare direttamente la vita di coloro ai quali sono
appartenuti.
"Farid guarda il mare. La prima volta in vita sua. Lo tocca con i piedi, lo raccoglie con le mani. Lo beve e poi lo sputa. Pensa che è grande ma non come il deserto.
Finisce dove comincia il cielo, dopo quella striscia azzurra, orizzontale.
Credeva di poterci camminare sopra come le navi dei pirati. Invece è bagnato e succhia da sotto. Le onde vanno avanti e indietro, come i panni stesi di sua madre, se lui scappa gli vengono appresso. (……)
Farid guarda il mare, limpido e compatto come ceramica azzurra.Cerca i pesci, i loro dorsi, i primi pezzi della vita nuova.
Jamila lo bacia, gioca con i suoi capelli. Quanto durerà il viaggio? Poco, il tempo di una ninna nanna.(…)
Tutti sono pallidi, grigi come corde. Tutti hanno vomitato. Il vomito corre per terra sul legno macero appreso al rullio del mare. Jamila dice al figlio che deve fissare un punto fermo all’ orizzonte per salvarsi dal male del mare.
Farid cerca in fondo nella tasca del cielo dove il sole scioglie l’ orizzonte.In faccia gli arriva il fumo nero del gasolio. Sua madre lo tiene stretto. Lui cerca quel contatto, quell' odore.
Ma Jamila ormai è impregnata di gasolio. È quello l’odore del viaggio, della speranza".
da Mare al mattino
di Margaret Mazzantini
Martina |
LIBRO VI
Enea arriva in Campania dove consulta la Sibilla ed entra nel mondo dei morti. Qui incontra: Deifobo caduto a Troia, Didone, Palinuro il timoniere e il padre Anchise che gli mostra la eroica discendenza.
Emanuele |
Enea arriva alla foce del Tevere e riconosce in essa la terra promessagli dal padre. Stringe un patto con il re Latino, ma interviene Giunone che fa scagliare contro di loro il re dei Rutuli, Turno. Enea non può più sposare la principessa Lavinia.
Sofia |
SOFFIANDO
NEL VENTO
Quante
strade deve percorrere un uomo
prima di
essere chiamato uomo?
E quanti
mari deve superare una colomba bianca
prima che si
addormenti sulla spiaggia?
E per quanto
tempo dovranno volare le palle di cannone
prima che verranno
abolite per sempre?
La risposta,
amico mio, sta soffiando nel vento
Per quanto
tempo un uomo deve guardare in alto
prima che
riesca a vedere il cielo?
E quante
orecchie deve avere un uomo
prima che
ascolti la gente piangere?
E quanti
morti ci dovranno essere affinché lui sappia
che troppa
gente è morta?
La risposta,
amico mio, sta soffiando nel vento.
Per quanti
anni una montagna può esistere
prima che
venga spazzata dal mare?
E per quanti
anni può la gente esistere
prima di
avere il permesso di essere libero?
E per quanto
tempo può un uomo girare la sua testa
fingendo di
non vedere?
La risposta,
amico mio, sta soffiando nel vento.
Blowing in the wind
Bob Dylan
Clarissa |
How many roads must a man walk down
Before you call him a man?
Yes, 'n' how many seas must a white dove sail
Before she sleeps in the sand?
Yes, 'n' how many times must the cannon balls fly
Before they're forever banned?
The answer, my friend, is blowin' in the wind,
The answer is blowin' in the wind.
How many times must a man look up
Before he can see the sky?
Yes, 'n' how many ears must one man have
Before he can hear people cry?
Yes, 'n' how many deaths will it take till he knows
That too many people have died?
The answer, my friend, is blowin' in the wind,
The answer is blowin' in the wind.
How many years can a mountain exist
Before it's washed to the sea?
Yes, 'n' how many years can some people exist
Before they're allowed to be free?
Yes, 'n' how many times can a man turn his head,
Pretending he just doesn't see?
The answer, my friend, is blowin' in the wind,
The answer is blowin' in the wind.
IL BIONDO
TEVERE
Il Tevere nasce
sul monte Fumaiolo, nell’ appennino Tosco-Emiliano ; con un tragitto di
oltre 400 km attraversa la Toscana, l’Umbria e il Lazio, arrivando al Mar
Tirreno dopo aver lambito i colli di Roma.
Il nome più antico del fiume, secondo
molte fonti, fu Albula; solo in un
secondo momento sostituito dai romani
con Tiberis e Thibris.
Al Tevere è legata la storia della fondazione di
Roma.
In epoca imperiale la storia del fiume si intreccia con la rete
commerciale del Mediterraneo avente come
fulcro il porto di Ostia.
Il Tevere,
quindi, è stato fin dal passato non soltanto una realtà geografica, ma ha
fornito una serie di risorse estremamente importanti.
Nell' antica Roma vi erano
gli acquedotti che portavano l’acqua alla città. Inoltre il Tevere ha
fornito ai Romani la possibilità di un
collegamento con il mare, per cui potevano affluire nelle città le derrate alimentari
e tutti i prodotti importati dagli altri paesi.
LIBRO VIII
Enea è costretto a risolvere il Tevere e trova degli alleati in Evandro, re di un piccolo gruppo di Arcadi e in una coalizione di Etruschi.
Riccardo |
Cosa dobbiamo fare per indurre il mondo a seguire la propria inclinazione per la pace? (…)
Ѐ indubbio che la storia presenta la guerra come uno sbocco quasi naturale alla convivenza civile. Ma non si limita a questo: fa qualcosa di assai più importante e, se vogliamo, intollerabile: canta la bellezza della guerra, e lo fa con una forza e una passione memorabili.
Non c’è quasi eroe di cui non si ricordi lo splendore, morale e fisico, nel momento del combattimento.(…) La fascinazione per le armi è costante, e l’ ammirazione per la bellezza estetica dei movimenti degli eserciti è continua. (…)
Questo omaggio alla bellezza della guerra ci costringe a ricordare qualcosa di fastidioso ma inesorabilmente vero: per millenni la guerra è stata, per gli uomini, la circostanza in cui intensità -la bellezza- della vita si sprigionava in tutta la sua potenza e verità. Era quasi l’ unica possibilità per cambiare il proprio destino, per trovare la verità di se stessi, per assurgere ad un’ altra consapevolezza etica.(…) La bellezza della guerra. Di ogni suo singolo particolare dice la sua centralità nell' esperienza umana: tramenda l’ idea che altro non c’è nell’ esperienza umana, per esistere veramente (…). Nessun pacifismo, oggi, deve dimenticare, o negare questa bellezza: come se non fosse mai esistita. Dire e insegnare che la guerra è un inferno e basta è una dannosa menzogna . Per quanto suoni atroce, è necessario ricordarsi che la guerra è un inferno: ma bello. Da sempre gli uomini ci si buttano come falene attratte dalla luce mortale del fuoco. Non c’ è paura, o orrore di sé, che sia riuscito a tenerli lontani della fiamme perché in esse sempre hanno trovato l’unico riscatto possibile dalla penombra della vita. Per questo, oggi, il compito di un vero pacifismo dovrebbe essere non tanto demonizzazione all’ eccesso la guerra, quanto capire che solo quando saremo capaci di un’ altra bellezza, potremo fare a meno di quello che la guerra da sempre ci offre.
Costruire un’altra bellezza è forse l’ unica strada verso una vera pace.
da
“ Omero, Iliade "
di ALESSANDO
BARICCO
LIBRO IX
Con Enea assente, il campo
troiano è in una situazione critica.
Giacomo |
Il primo contatto di Enea con
l’Italia secondo Virgilio (Eneide), è a Cuma, dove interroga nell’Antro
oscuro la famosa Sibilla e con lei
scende agli inferi, Virgilio, il cantore delle origini di Roma, narra la
lotta contro gli Italici, l’incontro-scontro con Lavinio e l’alleanza con
Evandro, un misterioso personaggio che già abitava sul Palatino.
Il racconto è bellissimo,
secondo soltanto alle incredibili avventure di Ulisse nei mari italiani. Ma c’è
qualcosa di credibile nel viaggio di Enea? Ci sono riscontri archeologi che
possono far pensare a uno sbarco di profughi alla foce del Tevere in quell’
epoca così arcaica (XII secolo a.C.)?
Presso l’ abitato odierno di
Pratica di Mare, si conservano i resti dell’antica LAVINIUM, dove Strabone ha tramandato l’ esistenza di un santuario di
AFRODITE-VENERE. Gli scavi hanno restituito 13 altari del VI secolo a.C.
facenti parte di un santuario dei Latini. Da qui provengono numerosi
vasi d’importazione greca, una dedica a Castore e Polluce in latino, ma anche materiali precedenti fra cui una
sepoltura del VII secolo a.C. e una necropoli datata fin dal X secolo a.C.. I
ritrovamenti documentano rapporti diretti nella sfera religiosa (in
particolare il culto di Vesta e degli dei Penati i quali, già ai tempi romani si riteneva
fossero gli stessi portati da Enea da Troia) tra il mondo egeo e quello
latino, senza alcuna mediazione di altre genti.
LIBRO X
LIBRO XI
Cristiana |
Dopo la sua vittoria Enea piange l’ amico morto.
Le sue offerte di pace non hanno successo.
Nelle nostre vite esistono persone che ci rendono felici per la semplice casualità
di averle incrociate nel nostro cammino.
Alcune percorrono il cammino al nostro fianco,
vedendo molte lune passare,
altre che vediamo appena tra un passo e l'altro.
Tutte le chiamiamo amici e ce ne sono di diversi tipi.
Forse ogni foglia di un albero rappresenta uno dei nostri amici.
Il primo che nasce da un germoglio è il nostro amico papà
e la nostra amica mamma
che ci mostrano come è la vita.
Poi vengono gli amici fratelli, con i quali dividiamo il nostro spazio
perchè possano fiorire come noi.
Passiamo a conoscere tutta la famiglia di foglie che rispettiamo
e alle quali auguriamo ogni bene.
Ma il destino ci presenta altri amici,
che non sapevamo di incontrare nel nostro cammino.
Molti di loro li chiamiamo amici dell'anima, del cuore.
Sono sinceri, sono veri.
Sanno quando non stiamo bene, sanno ciò che ci rende felici.
E a volte uno di quegli amici dell'anima
si installa nel nostro cuore
e allora viene chiamato innamorato.
Questo amico dà luce ai nostri occhi,
musica alle nostre labbra, salti ai nostri piedi.
Ma ci sono anche gli amici "del momento", di una vacanza,
di alcuni giorni o di alcune ore.
Sono soliti collocare molti sorrisi sul nostro volto,
per tutto il tempo in cui siamo vicini:
Parliamo di quelli vicino, non possiamo dimenticare gli amici lontani,
quelli che sono nella punta dei rami e quando soffia il vento
appaiono sempre tra una foglia e l'altra.
Il tempo passa, l'estate se ne va,
l'autunno si avvicina e perdiamo
alcune delle nostre foglie,
alcune nascono un'altra estate e altre resteranno per molte stagioni.
Però ciò che ci rende più felici è che quelle che sono cadute continuano vicine,
aumentano la nostra radice con allegria.
Sono momenti di ricordi meravigliosi
di quando le incontrammo nel nostro cammino.
Ti auguro foglia del mio albero,pace,amore,
salute,fortuna e prosperità.
Oggi e sempre...semplicemente perchè ogni persona
che passa nella nostra vita è unica.
Sempre lascia un po' di sé e si porta via un po' di noi.
Ci sarà chi si è portato via molto, ma non ci sarà mai
chi non ha lasciato nulla:
Questa è la più grande responsabilità della nostra vita
e la prova evidente
che due anime non si incontrano per caso.
Jeorge Luis Borges
LIBRO XII
Turno accetta di sfidare Enea a duello, ma un ennesimo intervento di Giunone fa riprendere la guerra. Enea sconfigge Turno e lo uccide nel nome di Pallante.Enea sposa Lavinia, sigillando l’alleanza con i Latini.
Virtus
come Fortitudo
Per
vincere occorre forza mentale e fisica
Le origini di Roma affondano
le loro radici in un passato che oscilla fra storia e mito: in questo contesto
molto vago, che si inserisce di diritto nel patrimonio storico, si collocano
alcuni personaggi che avranno un ruolo fondamentale per il popolo romano. Molti
di questi personaggi, fra cui i protagonisti dell’ Eneide, hanno contribuito
alla creazione della civiltà dell’urbe. Virtus non è solo sinonimo di qualità
virili, ma anche di coraggio, di forza morale, di intelligenza.
Virtus come clementia
Un’altra fra le virtù più
apprezzate dal mondo romano è la clementia, sostantivo di complessa traduzione
in italiano, perché non corrisponde semplicemente alla nostra clemenza, ma
prevede una sfera di significati più vasta, ben sintetizzabile nell’ Eneide di
Virgilio.
Roma è nata per “stabilire le condizioni di pace, risparmiare
chi si è sottomesso, debellare i superbi”.
Aver pietà dei vinti: un
aspetto dell’ etica romana.
La potenza del blog è che chi lo vede lo può commentare. Mi ha affascinato la velocità chearriva in tutto il mondo
RispondiEliminaEmanuele Marziale
Emanuele una cosa verissima usato bene fa miracoli
EliminaBella la nostra classe no(la migliore)
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